Un connubio che sembra rivelarsi vincente nel supporto alla cura di fobie e disturbi mentali
I disturbi della salute mentale sono diventati negli ultimi anni una vera e propria emergenza mondiale: si stima che una persona su quattro ne soffra in qualche forma, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Qui entra in gioco la psicoterapia che sta fortunatamente diventando sempre più socialmente accettabile e riconosciuta.
Chiunque si renda conto di aver bisogno di un aiuto psicologico può in modo relativamente facile accedere a molteplici forme di supporto, e presumibilmente lo farà: è difficile, parlando con chi ci è più vicino, trovare qualcuno che non abbia mai avuto neppure la minima esperienza di psicoterapia.
Se l'insorgenza crescente di questo tipo di disturbi è una vera e propria piaga, dall'altra parte il cambiamento della percezione nei loro confronti è essenziale per superarli: nessuno può guarire o migliorare se non riconosce il problema e non cerca aiuto.
Quando lo psicoterapeuta si virtualizza.
La difficoltà però è che, in molti casi ci sono ancora dei grossi ostacoli che impediscono un accesso globalizzato alle cure psicologiche equiparabile a quelle fisiche.
Problemi quali i costi ingenti, il tempo necessario, la distanza dallo psicoterapeuta adatto o la difficoltà di trovarlo impediscono ancora a tantissime persone di ricevere l'aiuto che necessiterebbero e vorrebbero.
Dall'altra parte anche per lo psicoterapeuta stesso la terapia tradizionale è un grosso investimento. Dopo un percorso lunghissimo di studi, gli psicologi si trovano a dover sostenere grandi costi per affittare uno studio in location dove i pazienti possano accedere facilmente.
Per fortuna anche questo campo viene investito dalla tecnologia, e soluzioni assolutamente originali stanno emergendo anche qui. Tra interessanti sviluppi e gli ovvi dubbi di natura pratica ed etica.
La virtualizzazione del supporto psicologico non è certo una novità.
Negli anni sono spuntate come funghi app basate su intelligenze artificiali o chatbot di auto-aiuto, specialmente nel campo della sempre più apprezzata Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT).
Terapia virtuale: dalle videoconferenze alla realtà virtuale
Benvenuti nel mondo della terapia virtuale, dove lo psicologo è in carne ed ossa ma la relazione no.
La modalità più classica è chiaramente quella della videoconferenza: la possibilità di parlare con il proprio terapeuta senza i vincolo della presenza fisica è un supporto enorme verso la possibilità che tutti possano accedere all'aiuto di cui hanno bisogno.
Per non parlare dello psicoterapeuta stesso, che a parità di compenso è in grado di sostenersi adeguatamente perché incorre in costi molto minori.
questa modalità apre anche a nuovi, inediti dilemmi. La terapia virtuale è altrettanto efficace, dato che lo psicologo può vedere il paziente in viso ma magari non avere accesso a tutti i segnali non-verbali? Quali rischi possono esserci in casi più gravi in cui si verifichi un'emergenza e ci sia una grande distanza da colmare per prestare aiuto?
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