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  • Immagine del redattorePaolo Isetti

L’IMMAGINE AZIENDALE

Quando si parla di immagine si pensa immediatamente alla rappresentazione di un oggetto per fini pubblicitari, ma ci si può riferire anche ad un concetto più astratto, fondamentale per l’impresa: l’immagine aziendale, l’insieme delle rappresentazioni di una marca, un prodotto, un’azienda, un’idea.


Quando un’azienda decide di far conoscere e promuovere se stessa, un oggetto o servizio, l’obiettivo che si pone è quello di trasmettere una buona immagine di sé stessa.


La comunicazione che fa, a partire dall’immagine del prodotto (packaging, esposizione nei punti vendita), dalla comunicazione interna (cataloghi per i commerciali), fino alla pubblicità (pagine pubblicitarie, brochure e cataloghi ) e a qualsiasi operazione che compie (anche attraverso il proprio sito, il blog, i social network) deve essere rappresentativa dell'azienda e dei suoi prodotti.




“Lo  spirito è stimolato più lentamente dall’orecchio che dall’occhio”, scriveva Orazio nel 13 a.C. Oggi, oltre 2000 anni dopo, questa affermazione è più attuale che mai.


Basti pensare al successo dei social, i quali non avrebbero senso senza immagini.


Un messaggio accompagnato da una foto ha il 94% di visualizzazioni in più rispetto a uno dotato di solo testo. In internet le immagini sono catalogate tramite parole chiave (tag), classificate per colore, taglio, numero di figure, stile fotografico, tono ecc. L’intero World Wide Web non potrebbe esistere senza di esse.


Il modo di informarsi oggi è completamente diverso rispetto a quello di pochi anni fa: invece di sfogliare le pagine di un giornale, si scorre ciò che viene visualizzato sul cellulare, sul tablet o al pc. L’immagine, molto più immediata del testo, ha la capacità di interrompere questo scorrimento e di invogliare a leggere il messaggio.


Le fotografie sono lo strumento fondamentale di qualsiasi strategia comunicativa.


Alle foto è richiesto di interpretare al meglio il prodotto e di essere all’altezza dell’originale; se non lo sono, è meglio non renderle pubbliche.

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